Caro diario,
sono un assistente sociale volontario ma ancor di più sono un semplice cristiano
evangelico che ha sperimentato nella propria vita l'amore e la grazia di Dio. Proprio
per questo AMORE di Dio e solo per GRAZIA divina, oggi sono qui a scrivere ed a
descrivere esperienze (belle e brutte) vissute dietro le porte di ferro!!!
Anche oggi,
come ogni sabato, ho varcato con la mia auto e con la mia solita borsa (contenente
trattati cristiani, Evangeli, Bibbia ed una agenda dove annoto qualche richiesta
di aiuto - tipo pratiche INPS) il cancello principale della casa circondariale.
Ogni volta è un emozione nuova ed un rinnovo di responsabilità.
Dopo aver
salutato coloro che sono in servizio di guardia (oramai mi conoscono bene visto
che sono anni che svolgo questo volontariato), parcheggio l'auto ed attraverso a
piedi un altro cancello dove consegno il mio documento di riconoscimento per
essere registrato; dopodiché mi viene consegnato un lascia-passare da tenere
visibilmente attaccato al petto. Attraverso un corridoio, entro in un'altro cancello.
Qui inizia la procedura di controllo o perquisizione: nella borsa, nella Bibbia,
nelle tasche, insomma dappertutto ed anche qui c'è una nuova registrazione
con l'indicazione dell'orario e dei reparti dove mi recherò.
Ora eccomi
finalmente all'interno del reparto numero tre dove un bel numero di persone mi
attendono. Alcuni di essi, avendo ricevuto da amici e parenti la testimonianza
dell'Evangelo, sono stati radicalmente trasformati dalla PAROLA DI DIO. Proprio
uno di essi (mi fa piacere rammentare), qualche settimana fa', affermò: «Ho visto
che un mio compagno, da un giorno all'altro, è cambiato. Ora se è cambiato lui
che era peggio di me, posso cambiare anch'io? Ma come cominciare?» Così
presi spunto per presentargli la BUONA NOTIZIA contenuta nella PAROLA DI
DIO e da me personalmente sperimentata (leggi il messaggio della BUONA NOTIZIA
cliccando su QUI).
Ciro mi chiese di pregare per lui e per la sua salvezza. Desiderava accettare Gesù
come personale Salvatore. Oggi grazie all'amore di Dio manifestatosi in Ciro,
parecchie persone partecipano all'incontro e prego settimanalmente con loro
per loro e per le rispettive famiglie. Credo fermamente che tutto coopera al bene
per coloro che amano Dio ed anche le sofferenze e la stessa prigionia (a volte
ingiusta!) diventa occasione di abbondanti benedizioni.
Al piano
di sotto c'è una aula dove di solito m'incontro con tutti coloro che fanno richiesta
di assistenza sociale. Cerco di spiegare meglio il funzionamento. C'è una
bacheca dove chi desidera ricevere assistenza sociale deve scrivere il proprio
nome. Stamattina vi erano scritti dodici nominativi; ma, come accade sempre,
procedure burocratiche, ostacoli vari ed opposizioni hanno ridotto il numero.
Alle 9e30 vedo scendere una sola persona. Ho chiesto spiegazioni, mi è stato
riferito che nel fare richiesta di assistenza occorre sempre specificare il nome
dell'assistente sociale che si vuole incontrare. Invito pertanto gli amici della casa
circondariale a rispettare questa norma facendo sempre il nome dell'assistente
sociale che si vuole incontrare onde evitare che la vostra richiesta venga ignorata.
Tra le
9.00 e le 9.30, mentre ero in attesa della persona che dovevo incontrare,
mi sono messo in preghiera, chiedendo al Signore di guidare questi incontri.
Poi ho aperto la Bibbia ed ho letto il verso 25 del capitolo 6 dell'Evangelo
di Matteo: «Perciò vi dico: non siate in ansia
per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il
vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento e il corpo
più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono,
non raccolgono in granai, eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete
voi molto più di loro? Chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere
un'ora sola alla durata della sua vita? Perché siete così ansiosi per il vestire?
Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non
filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu
vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei
campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per
voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che
mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani
che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete
bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio,
e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per
il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun
giorno il suo affanno».
Poco
dopo la lettura ho incontrato la persona che aveva richiesto l'incontro: Eduardo
Lo conoscevo già anche se era da tanto tempo che non lo vedevo. Mi ha
raccontato di come Dio guardò sua figlia che a dieci anni ebbe una paralisi
su tutto il lato destro del suo corpo. I medici diagnosticarono che sarebbe
rimasta paralizzata a vita ma improvvisamente, dopo circa due mesi, incominciò
a camminare. Oggi sua figlia ha trenta anni e grazie a Dio sta bene. Dopo
questo suo racconto e dopo la lettura della bibbia, ci siamo messi in preghiera
per ringraziare Dio. In seguito mi sono congedato con Eduardo lasciando a lui
i miei affettuosi saluti per tutti gli altri che avrei desiderato incontrare, ma che
non è stato possibile.
Mentre
mi recavo verso l'uscita di questo reparto per dirigermi al reparto
accanto, ho visto Salvatore (un ragazzo sulla trentina che è originario della
mia zona). Un giorno, dopo avergli raccontato la mia testimonianza di
cristiano e quella di altri detenuti trasformati dalla potente mano di Dio,
con meraviglia e stupore mi disse: «Sai... tu mi dici cose che io credevo
non esistessero... ma davvero ci sono persone che sono state così cambiate
da Dio?» Da quel giorno lui stesso racconta quelle opere potente compiute
da Dio ai suoi compagni di cella, che a loro volta chiedono di incontrarmi
per parlare personalmente con me di queste cose!
Stamattina,
con Salvatore abbiamo ho parlato di cosa dice Gesù riguardo al peccato, ai
peccatori (Dio odia il peccato ma ama il peccatore...) ed alla soluzione offerta
da Dio per cancellare il peccato dalla nostra vita cioè per mezzo del Suo Figliuolo
Gesù Cristo morto sulla croce proprio per i nostri peccati. Abbiamo concluso
questo breve dialogo con una preghiera.
Da lì
son passato al reparto infermeria dove ho incontrato e parlato con Pietro.
Poi dai lamenti ho capito che c'era in quella stanza pure un'altra persona
(in isolamento). Finito il dialogo, a mia meraviglia, la guardia (ovviamente
presente sul posto) mi ha avvicinato e mi ha intrattenuto con vari discorsi:
lavoro, figli, l'economia del nostro paese, tempi difficili... notavo che era
molto preoccupato. Proprio a conferma dei versi della Bibbia letti in mattina:
Non siate con ansia circa la vostra vita... Dopo averlo fatto finire di parlare
e poco prima che scadesse il tempo a mia disposizione ho potuto accennargli
qualcosa su Dio di come Lui si prende (se glielo permettiamo) cura di noi.
Alla fine
stanco, ma felice di aver potuto portare una parola di speranza a quelle care
anime preziose agli occhi di Dio, torno a casa ringraziando il Signore.
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