La parola
«Evangelo» deriva dal greco «Euanghelion» e significa «Buona (o Lieta) Notizia»,
trattasi cioè di un annuncio carico di speranza.
Quindi la parola Evangelo non indica un libro ma
il messaggio della BUONA NOTIZIA annunziata da Cristo
e predicata dagli Apostoli (Rif. I° Lettera ai Corinti Cap.15 v.1-4).
«Ma qual'è
questa Buona Notizia?»
La SALVEZZA per tutti gli uomini nel nome di Gesù
(Rif. Atti degli Apostoli Cap.2 v.32-36 e Cap.4 v.10-12).
Ecco perchè è bene distinguere i quattro Vangeli,
cioè i libri canonici, dall'Evangelo che il messaggio
in essi contenuto e riguardante la GRAZIA DI DIO
(Rif. Atti degli Apostoli Cap.20 v.24)
per la nostra SALVEZZA (Rif. Ep. agli Efesini Cap.1 v.13)
tramite la morte e la resurrezione di Gesù Cristo (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.3 v.16).
Gli Evangeli
sono assolutamente attendibili ed a tal
proposito Paolo afferma: «Certa è questa parola, essa è degna
di essere pienamente accettata: Gesù Cristo è venuto
nel mondo per salvare i peccatori». (Rif. I° Timoteo Cap.1 v.15)
Gli Evangeli
furono scritti da uomini diversi, per un pubblico diverso,
in epoche diverse e da diverse prospettive.
Essi sono focalizzati esclusivamente sulla figura di Gesù e ci
forniscono quattro aspetti differenti della Sua vita terrena.
Precisiamo però subito che essi non sono nè cronache della
vita di Cristo e nè biografia, ma sono piuttosto ritratti della
persona e dell'opera di Cristo. Tutti e quattro presentano la
stessa persona ritratta da quattro prospettive diverse:
Matteo ci presenta «CRISTO come RE» dei Giudei.
Marco ce lo presenta come il «SERVO di DIO».
Luca ci presenta Gesù come il «FIGLIUOLO dell'UOMO».
Giovanni ci presenta Gesù come «FIGLIUOLO di DIO».
Nel loro
quadruplice ritratto della persona di Cristo come Re, Servo, Uomo e Dio,
i Vangeli si concentrano sul triplice ministerio del Messia quale:
«PROFETA», «SACERDOTE» e «RE».
Come
profeta, adempiendo la profezia di Mosè
(Rif. Deuteronomio Cap.18 v.15-19). Egli non parlò semplicemente
da parte di Dio come gli altri profeti che lo avevano preceduto, ma
Dio stesso parlò per mezzo di Lui in qualità di Suo Figlio
(Rif. Epistola agli Ebrei Cap.1 v.1-2).
A differenza dei profeti dell'Antico Testamento, che erano un eco
della voce di Dio, il Figlio, essendo Dio, era la voce stessa di Dio.
Come sacerdote,
Cristo divenne anche sacrificio di riscatto in quanto
morì sulla croce per salvare noi peccatori (Rif Epistola agli Ebrei Cap.9 v.14),
ma attraverso la Sua resurrezione vive eternamente per intercedere
per noi presso il Padre.
(Rif. Epistola agli Ebrei Cap.7 v.14).
Come re
d'Israele, Egli fu rigettato alla sua prima venuta,
ma regnerà come tale alla seconda venuta, adempiendo il patto davidico.
(Rif. II° Samuele Cap.7 v.8-16; Ev. di Luca Cap.1 v.30-33).
Dei quattro
Vangeli tre sono detti «sinottici»: Matteo, Marco e Luca.
Essi infatti impiegano uno schema sostanzialmente identico, al punto che
li si può leggere su colonne parallele "con un solo colpo
d'occhio". Lo schema riguarda l'attività di Gesù e prevede:
Predicazione di Giovanni il Battista;
Il battesimo di Gesù e la tentazione nel deserto;
Il ministero di Gesù in Galilea;
Il viaggio dalla Galilea verso la Giudea;
Ministero breve a Gerusalemme, durante il quale è messo a morte, risorge, appare
ai suoi, è assunto in cielo.
Solo Matteo e Luca
hanno premesso a questo schema un'introduzione riguardante il cosiddetto "vangelo
dell'infanzia" di Gesù. Ma come già detto sopra, pur impiegando uno schema comune,
ogni evangelista ha caratteristiche e contenuti propri, tradizioni diverse a cui ha attinto,
destinatari mirati a cui ognuno indirizzava il proprio scritto e quindi prospettive teologiche
ed ecclesiali specifiche.
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