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LA TERZA ETA':

«Considerazioni Introduttive»

Quando per la prima volta mi venne l'idea di scrivere riguardo alla questione della vecchiaia e delle persone anziane, non fui preso da entusiasmo. Tuttavia, ripensandoci, capii che questo argomento poteva essere utile ad alcuni e condiviso da altri, per il momento meno interessati. Poi, un evento personale mi ha dato il vero input a scrivere su questo tema.

La vita mi ha portato in stretto contatto con molte persone anziane, sia all'interno della cerchia familiare, sia nell'ambito della mia attività evangelistica che del mio lavoro secolare.

Desidero perciò condividere con voi i risultati delle mie personali osservazioni e dell'esperienze raccolte da persone più qualificate di me. Sono profondamente convinto di un fatto: molti anziani vivono faticando e tribolando inutilmente per mancanza delle necessarie conoscenze sul come affrontare le difficoltà dovute alla propria età avanzata.

Le sofferenze e le limitazioni fisiche e psicologiche, sono penosamente reali, ma le conoscenze e le cure della medicina odierna sono in grado di rendere più tollerabili gli effetti irreversibili dell'invecchiamento. I credenti, poi, hanno a disposizione delle risorse che troppo spesso rimangono inutilizzate. Personalmente sono del parere che oggi giorno si tende a trascurare quella visione ottimistica e gioiosa della vecchiaia, senza voler minimizzare o semplificare le realtà del processo d'invecchiamento. Ma son certo che pur in presenza di tale processo, il realismo e l'ottimismo possono andare benissimo a braccetto. In altre parole, è possibile affrontare la realtà in modo obiettivo e, nel contempo avere un atteggiamento che contribuisca a trionfare sui fattori avversi dell'anzianità e a vivere serenamente le non poche benedizioni che essa può portare.

L'anzianità non è associata quasi mai, o almeno non di solito, alla gioia e al divertimento. Anzi, comunemente è vista come un periodo infelice della vita che non si può evitare e che, per questo motivo, dev'essere accettato con un'attitudine di grande sottomissione. Ma questo concetto non è nè biblico e nè condiviso da tutti.

Una volta un signore anziano disse: «La vecchiaia, ben lungi dall'essere un impedimento, è in realtà una preziosa opportunità di crescita e di felicità profonda». Questa sua concezione è indubbiamente più vicina a quella della Scrittura; Salomone, infatti, affermava: «I capelli bianchi sono una corona d'onore e la si trova sulla via della giustizia» (Rif. Libro dei Proverbi Cap.16 verso 31).

Ho incontrato dei credenti, ormai non più giovani, i quali sprizzano gioia da tutti i pori e la loro sola presenza è stata una benedizione per la mia vita. Della personalità di John Wesley, ormai vecchio, era corrente l'opinione che «Dovunque andasse, sapesse diffondere una porzione della sua intima felicità. In lui, l'età avanzata appariva qualcosa di piacevole, proprio come un tramonto senza nuvole. Era impossibile guardarlo e non desiderare una vecchiaia simile». Il suo piacere per la vita, perfino in vecchiaia, non dipendeva dalle circostanze presenti.

Anche l'Apostolo Paolo testimoniava: «Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo» e continuando... «Perciò vi dico: Rallegratevi sempre nel Signore... e di nuovo vi dico rallegratevi» (Rif. Epistola ai Filippesi Cap.4 verso 4). Nel contesto del verso di cui sopra, Paolo non si stava affatto rilassando in una comoda sedia a dondolo, ma tutt'altro, egli infatti era incatenato in una prigione romana, ma ciò non lo privava della sua contentezza e della sua gioia nel Signore. Quindi la gioia che egli intendeva non nasceva dall'esuberanza giovanile o dall'assenza di problemi, perché la gioia ed il dolore possono coesistere, anzi coesistono in modo assai frequente. Paolo parlava della possibilità di essere «Afflitti eppure essere sempre allegri» (Rif. Seconda Epistola ai Corinzi Cap.6 verso 10).

Gesù stesso infuse la Sua gioia esuberante ai discepoli: «Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.15 verso 11). Le Sue parole sono indirizzate sia ai vecchi che ai giovani, perché in Cristo non c'è età.

Anche le parole di Nehemia quando afferma... «Il gaudio dell'Eterno è la vostra forza...» si riferisce a tutte le generazioni, giovani e vecchi (Rif. Libro del profeta Nehemia Cap.8 verso 10).

Perciò, anche in mezzo alle limitazioni imposte dall'età avanzata, anche in mezzo alle frustrazioni ed alle sofferenze della vecchiaia, la gioia del Signore dev'essere la nostra esperienza e la nostra forza.


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