Programma perfetto
Mi
chiamo Alessia e svolgo un lavoro di assistenza sociale cristiana.
Proprio a causa del mio lavoro, torno a casa molto tardi. Ma una
sera, fatto insolito, trovo la porta chiusa e non ho in borsa le
chiavi di casa. Busso diverse volte ma senza alcun cenno di risposta.
Allora vado da un'amica ma non riesco a svegliarla. Tento da un
altro mio parente ma senza alcun successo!
Iniziai a
pregare e man mano che lo facevo si rafforzava sempre di più
la convinzione che era il Signore a sbarrarmi la strada. Ma
perché? Cosa voleva da me? Avrà avuto una missione da affidarmi?
Improvvisamente mi venne in mente che il cognato (al quale avevo
raccontato la mia testimonianza) di questa mia amica aveva una
piccola pensione nei paraggi. Ma potevo andarvi in piena notte?
Esitai
un po' ma una sorte di voce interiore mi spingeva ad andarci. Molto
stanca e tuttavia convinta che Dio dirige tutto, salii la scala fino
al terzo piano. Questa volta speravo proprio di trovare da dormire!
E se la pensione fosse stata al completo? Premo leggermente sul
campanello, ecco che il proprietario della pensione (cognato della
mia amica) aprì subito. Inizialmente mi squadrò a lungo, come se
non riuscisse a ricordarsi, poi ad un tratto con gli occhi spalancati
e mentre mi faceva spazio per farmi entrare affermava: «Com'è
possibile? E' Dio che ti ha mandato!!! Da ore sono seduto qui e non
riesco a togliermi dalla mente dei pensieri terribili: sto pensando
come suicidarmi! Non sapevo a chi rivolgermi per uscire da questa
angoscia!»
Io
non riuscivo a credere alle mie orecchie; in quell'istante mi era stato
svelato il piano di Dio! Finalmente capii perché mi ero trovata davanti
a tutte quelle porte chiuse... Dio stesso le aveva chiuse per aprire
la porta del cuore di quell'uomo al Suo Evangelo di salvezza.
Lo confortai parlandogli dell'amore di Dio e del Suo perdono
tramite il Suo Figliuolo Gesù. Lessi dal libro del Profeta Isaia
alcuni versi: «Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre iniquità. Il castigo, per cui abbiamo
pace, è caduto su di Lui e... mentre leggevo quell'uomo si sciolse
in un pianto di sincero pentimento, riconobbe la sua posizione di
peccatore. Intanto proseguii con la lettura: «Noi tutti eravamo
smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via, ma il
Signore ha fatto ricadere su di Lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato
si lasciò umiliare e non aprì bocca. Come l'agnello condotto al
mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, Egli
non aprì la bocca».
Fissai
lo sguardo sul suo viso e gli chiesi se avesse ancora intenzione di
suicidarsi, ma lui con voce serena mi rispose: «Proprio quando
pensavo che la mia vita fosse finita, Dio è venuto a cercarmi
ed a tirarmi fuori dalla profonda tristezza in cui ero caduto».
Quella sera, quell'uomo non solo si distolse dal suo insano
progetto di suicidarsi, ma si sentì come nato di nuovo e Dio
lo riempì della Sua pace e della Sua gioia.
Sono
certa «che Colui che ha cominciato un'opera buona, la porterà
a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Rif. Epistola ai
Filippesi Cap.1 verso 6).
Alessia T.
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