Dalla solitudine delle filosofie alla gioia di Cristo

         Il mondo offre le sue risposte ai problemi esistenziali dell'uomo, risposte che vengono accolte anche se non offrono soluzioni ma piuttosto evasione e rassegnazione. A dare soluzioni vere è solo l'incontro con Cristo, vissuto non nel contesto di realtà religiose ed ecclesiali ma in quello intimo e personale dell'ascolto della sua Parola.

         Ringrazio il Signore che mi ha ha dato la possibilità di essere salvata per l'eternità. Sono nata in una famiglia cattolica, sono stata battezzata all'età di tre anni, ho frequentato la chiesa con il rito greco-bizantino, ho frequentato il catechismo e sono stata attivamente impegnata nell'Azione Cattolica dei ragazzi.

         Ma con la perdita di mio padre la mia vita cambiò drasticamente: mi ritrovai all'età di undici anni senza poter contare su un punto di riferimento insostituibile, il solo da cui si può accettare tanto un abbraccio quanto uno schiaffo. La mia reazione a questo vuoto è stata quella di allontanarmi dalla chiesa e da Dio. Del resto, che sollievo avrebbero potuto dare al mio dolore delle istituzioni religiose tanto umane e politicizzate da essere diventate addirittura fonte di eresie? E così mi sono aggrappata alla filosofia degli illuministi, a quella di Marx, della «sinistra hegeliana», di Feuerbach, della "scuola di Francoforte" e di Marcuse, il cui studio mi fece arrivare ad una conclusione definitiva, inappellabile: l'uomo deve accettare la sua solitudine esistenziale e capire che la fede è solamente la risposta umana alla paura della morte ed allo smarrimento dovuto alla mancanza di significato della vita: niente i più!!!

         Ma grazie al Signore ora posso affermare che le cose non stanno così. Se infatti il filosofo Nietzche dice che solo l'uomo è il fautore del proprio destino, alla luce delle Scritture io oggi sono consapevole che senza la volontà o il permesso di Dio non si può fare nulla. Se poi in passato ero affascinata dalla filosofia di Lucrezio, il quale vede nella morte la conclusione di tutti i progetti e le speranze umane, oggi posso per fede credere nella resurrezione dei corpi e nel futuro glorioso che è riservato in cielo ai figli del Signore. Non c'è dunque da meravigliarsi se l'ateo non è pienamente felice, perchè vive senza una speranza fondata e senza la capacità di superare realmente i limiti del proprio carattere, che lo portano a farsi del male. Del resto, anch'io prima della conversione sentivo un vuoto dentro di me, un vuoto che è stato colmato dall'amore di Gesù e dalle meravigliose promesse presenti nelle Sacre Scritture, indispensabili per dissetare la nostra anima e per conoscere il piano che Dio ha per ognuno di noi.

         Ammetto che per noi giovani non è una scelta facile quella di donare tutta la nostra vita al Signore, poiché abbiamo paura di rimanere soli, di non essere capiti né dai familiari né dagli amici. Ma il Signore è fedele verso coloro che piegano le ginocchia davanti a Lui e Lo pregano con semplicità di cuore, così come feci io nella mia cameretta in segreto e intima comunione spirituale con Dio.

         Da allora la mia vita è cambiata, al punto che guardo il mondo con occhi diversi. Il Signore mi ha accolto a braccia aperte e mi ha donato la vera pace, una gioia permanente e la serenità.

GLORIA A DIO !!!

         Cari amici, Gesù è speranza, luce, amore, il migliore Amico. Confidate nel Signore in piena fiducia e non v'appoggiate sul discernimento umano. Riconoscete il Signore in tutte le vostre vie ed Egli appianerà il sentiero della bostra vita.

Saluti da Paola V.


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