Il passo
che prendiamo in esame (che potrete leggere cliccando
sul titolo) ci descrive un evento collocato nell’ultimo
periodo del ministero di Gesù, al culmine della Sua
popolarità, poco prima di essere arrestato. Nel contesto
si parla di una gran folla che segue il maestro insieme ai
dodici. Essi avevano udito gli insegnamenti di Gesù,
avevano visto i miracoli compiuti da questo Profeta di Dio
ed erano giunti alla conclusione che era cosa buona
starGli accanto. Da lì a poco, Egli sarebbe stato osannato
all’ingresso di Gerusalemme alla stregua di un re o di
un valoroso condottiero. Gesù, qui, stava percorrendo
una strada nei pressi di Gerico. La folla tutta intorno
a Lui formava un campanello consistente. Proprio sul
crocicchio di questa strada troviamo un uomo di nome
Bartimeo che aveva un grande problema: era cieco.
Egli proprio a causa di questo suo handicap fisico, era
costretto a chiedere l’elemosina per potersi sfamare.
Una vita frustrata, annichilita, portata alla rovina da una
malattia incurabile. Probabilmente egli provò a contattare
dei dottori dell’epoca, spendendo tutto ciò che aveva per
tentare di trovare un rimedio, ma tutto questo non valse
a nulla: nessuno poté fare qualcosa per lui. Ma ecco che
improvvisamente sta per accadere qualcosa... Quest’uomo
cominciò a sentire un lieve brusio, poi un rumore più
sostenuto; infine un tumulto, una gran confusione. Il passo
parallelo dell'Evangelo di Luca (al cap.18 versi 35 a 43) ci dice
che egli chiese alla folla, chi gli stava passando avanti, cosa
stesse accadendo e qualcuno gli rispose che stava passando
Gesù. Ecco l'occasione di una vita, l'occasione da prendere
al volo. Lungo la strada sulla quale Bartimeo mendicava,
stava passando il Dottore dei dottori. Un'opportunità irripetibile.
Certo, egli aveva senza dubbio udito parlare delle gesta di
questo Gesù, di come aveva guarito molti ammalati e di come
aveva compiuto tanti miracoli. Subito cominciò ad urlare con
l'esclamazione che da duemila anni è esempio di fede e
semplicità: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!» In queste
poche parole Bartimeo ci ha lasciato diverse importanti lezioni
che tutti dovremmo seguire poiché ancora oggi si dimostrano
attuali ed efficaci.
1) NON SEGUIRE CONSIGLI SBAGLIATI
(Rif. Evangelo di Marco Cap.10 verso 48)
La stessa
folla che annunciò l’arrivo di Gesù a Bartimeo
ora gli intimava di tacere, anzi lo sgridava. Sembra quasi
che costoro dicano: «Bartimeo, sta passando Gesù, ma tu
non sei degno di avere a che fare con Lui: non sei altro
che un povero mendicante cieco e senza dignità. Non puoi
urlare a questo modo per richiamare l’attenzione del
Maestro: noi sì che siamo degni». Questa chiave di lettura
ci è fornita da un particolare interessante che troviamo
nell'Evangelo di Luca al capitolo 18 verso 39; questa folla
non seguiva Gesù, lo precedeva. Queste persone, che si
arrogarono il diritto di far tacere Bartimeo, non stavano
seguendo il Maestro: stavano attente a quale via avrebbe
intrapreso, a cosa avrebbe fatto e detto. La loro intenzione
non era quella di seguire Gesù, ma di farsi seguire da Lui:
«Noi andiamo per questa strada e sicuramente Gesù sarà con
noi. Siamo indubbiamente nel giusto ed il Maestro non può
far altro che passare da qui». Quante persone e quanti
credenti ragionano ancora oggi in questo modo? Non sono bene
attenti a seguire le orme del Maestro, ma intraprendono
i loro progetti senza domandarsi se il Signore sia d’accordo.
Per queste persone Gesù non era il Figlio di Dio, ma una
moda passeggera: l’importante era essere presenti, esser
visti insieme a Lui. E diedero un consiglio errato a Bartimeo:
«Smetti di invocare Gesù». Ma Bartimeo era cieco, non sordo.
Egli infatti udì la folla e colloquiò con le persone che gli
stavano davanti, ma ebbe la prontezza di spirito e la saggezza
di non ascoltare un consiglio sbagliato. Non solo non smise di
gridare, ma continuò ancora più forte. Forse anche noi stiamo
attendendo da tempo una visitazione da parte del Signore, una
benedizione particolare. Non diamo retta al consiglio
sbagliato; non crediamo di non essere degni dell’amore di Dio.
Certo, nessuno lo è, ma Gesù stesso dice: «Non sono i sani
che hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono
venuto a chiamare dei giusti ma dei peccatori a ravvedimento»
(Rif. Evangelo di Luca Cap.5 versi 31 e 32).
2) GETTA VIA IL TUO MANTELLO
(Rif. Evangelo di Marco Cap.10 verso 50)
Gesù dà
ordine alla folla di chiamare il cieco e di lasciarlo venire a
Lui. Nel verso 50 troviamo scritto che Bartimeo saltò in piedi
e gettò via il mantello prima di accostarsi al Maestro.
Innanzitutto è curioso il fatto che Bartimeo possedesse un
mantello. Stiamo parlando di un mendicante che viveva per la
strada e il cui unico metodo di sostentamento era implorare la
carità dei passanti per qualche spicciolo. Cosa se ne faceva di
un vestimento pregiato qual era un mantello? Non poteva venderlo
per procurarsi del denaro? Questo mantello, verosimilmente
ricevuto in dono da qualche benestante mosso a compassione,
era utile a Bartimeo per nascondere il proprio stato, forse anche a
se stesso. Questo mantello non si confaceva alla sua condizione.
Certo gli era d’aiuto per sopportare il suo stato, ma non cambiava
le cose: rimaneva pur sempre un cieco mendicante. Ma quando Gesù
chiamò Bartimeo, quest’ultimo fece una cosa che credo nessuno
avrebbe fatto: gettò via quell’indumento.Qual è, quindi, la seconda
lezione che ci insegna Bartimeo? Quella che davanti a Dio noi siamo
tutti nudi e scoperti. In presenza del Signore, le nostre presunte
dignità e giustizia sono panni sporchi, assolutamente inadatti
a coprire il nostro stato. Ricordiamo quello che Gesù intese dire
con la parabola del pubblicano e del fariseo nell'Evangelo di Luca
capitolo 18 versi 9 a 14): il fariseo si presentava in piedi a Dio con
parole magniloquenti descrivendo quanto fosse migliore di altri,
ammantandosi di una presunta dignità che, a suo parere, lo rendeva
idoneo alla presenza del Re dei Re. Il pubblicano, invece, si svestì
di ogni dignità presentandosi al cospetto di Dio per quel che era:
un peccatore bisognoso. Tale fu l’intento di Bartimeo: gettando via
il suo prezioso mantello, egli si è mostrato a Gesù per quello che era:
un misero mendicante bisognoso di una dignità che un pezzo di
stoffa non poteva dargli. La vera dignità viene solo da Dio: gettiamo
il nostro mantello nella polvere e lasciamo che sia il Signore a
vestirci delle Sue vesti regali. Non nascondiamoGli la nostra vera
natura: andiamo a Lui con sincerità di cuore e contrizione di
spirito ed Egli opererà nella nostra vita.
3) PRENDI CORAGGIO NELLE DECISIONI SPIRITUALI
(Rif. Evangelo di Marco Cap.10 verso 51)
E' indubbiamente
vero che Bartimeo aveva necessità di recuperare la vista, ma è
altrettanto vero che questa guarigione comportava delle conseguenze.
Egli non avrebbe più avuto scuse per essere costretto a mendicare
per le strade senza far nulla, senza avere la possibilità di lavorare per
vivere, senza la possibilità di seguire Gesù. Molti hanno paura di “fare
sul serio” con il Signore perchè temono le conseguenze. Molti hanno
paura della chiamata divina, dell’intervento celeste nella propria vita
e della dedizione al servizio cristiano perché ciò comporta dei
cambiamenti. Geremia, essendo stato chiamato da Dio nella sua
giovinezza, non ebbe più tempo per le seppur lecite leggerezze della
sua età; Daniele e i suoi tre amici decisero di non piegarsi al
paganesimo e finirono l’uno tra i leoni e gli altri in mezzo al fuoco;
Zaccheo dovette risarcire con gli interessi le persone che aveva
frodato; Paolo affrontò numerose difficoltà a causa dell’evangelo;
Pietro, dopo la sua riabilitazione, fu avvertito da Gesù che sarebbe
morto per fede; Gesù stesso, infine, pregava il Padre chiedendoGli,
se fosse possibile, di non bere quel calice di dolore, ma si fece
ubbidiente fino alla morte. Il coraggio nelle decisioni spirituali
circa la chiamata divina non implica leggerezza o avventatezza,
anzi, tutt'altro. I vangeli ci narrano continuamente come Gesù,
prima di chiamare al servizio, provasse la fedeltà dei suoi seguaci:
Pietro, gli altri apostoli, il giovane ricco e infine lo scriba, al
quale il maestro ricordò di non avere dove posare il capo, al
contrario delle volpi e degli uccelli. Prendere una decisione per
il Signore è sempre una grande responsabilità. L’evangelista W.
Booth spesso chiedeva chi fosse disposto a pagare il prezzo della
chiamata al servizio. E non si tratta semplicemente di mitigare i
nostri atteggiamenti e i nostri discorsi, o vestirci rigorosamente
in giacca e cravatta, quando andiamo al culto, per essere d’esempio.
SI TRATTA DI BRUCIARE SULL’ALTARE IL PROPRIO TEMPO, I
PROPRI AFFETTI, LE PROPRIE CAPACITA’ AL SIGNORE.
E’ doloroso, indubbiamente, ma guariremo dalla nostra cecità.
Recupereremo la vista. Come Bartimeo non avremo più bisogno
di racimolare qualche spicciolo: se il servizio comporta fatica,
alla fine dei nostri giorni noi avremo un tesoro inestimabile in
cielo.
In conclusione
il nostro fratello Bartimeo ci ha comunicato tre lezioni importanti:
"SE" siamo determinati a ricevere le benedizioni
del Signore mettendo a tacere le voci che cercano di scoraggiarci,
"SE" gettiamo nella polvere il mantello della nostra
bravura e presunta dignità per presentarci a Cristo come davvero
siamo e... "SE" siamo disposti a pagare le conseguenze
dell’accettazione della chiamata divina, vedremo la mano di Dio su
di noi e sulla nostra famiglia. Come premio per una vita spesa per
il Signore riceveremo un giorno la corona della vita: nessuna voce
può negare questa verità; nessun mantello è prezioso come essa;
nessuna fatica sulla terra oltrepasserà il suo valore.
Un Collaboratore esterno:
Fr. Luca Varesano
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