«UNA BREVE BIOGRAFIA»
(...per capirne la sua storia)

Saulo (Sha'ùl) nacque a Tarso (Rif. Atti degli Apostoli Cap.26 verso 3) capitale della Cilicia (attuale Turchia) da genitori ebrei (di discendenza dalla tribù di Beniamino) di osservanza farisea (Rif. Epistola ai Romani Cap.11 verso 1 - Epistola a Filemone Cap.3 verso 5).

Fin dalla nascita accanto al nome giudaico di Saulo ebbe il nome romano di Paolo «che vuol significare piccolo» (Rif. Atti degli Apostoli Cap.13 verso 9). La sua data della nascita potrebbe esser fissata tra il 5 e il 15 d.C. La città di Tarso si trovava al crocevia di diverse culture: comunicava con il settentrione e con l'occidente rappresentato dalla Grecia ellenistica, era aperta sull'oriente mesopotamico e al porto, che si trovava alla foce del suo fiume, dove approdavano le navi provenienti dall'occidente Romano. Era dunque un centro cosmopolita nel quale convivevano la cultura greca e la tradizione e la mentalità proprie della cultura semitica. Era sede di un'univerità famosa per le facoltà di filosofia e letteratura.

Il fatto che Paolo che avesse una sorella sposata a Gerusalemme (Rif. Atti degli Apostoli Cap.23 verso 16) ha indotto alcuni a concludere che tutta la famiglia si sia trasferita a Gerusalemme quando Paolo raggiunse la città da giovane.

Paolo fu circonciso, educato e istruito nell'osservanza della "Torah", cioè della legge ebraica, imparò a parlare correntemente sia il greco che la lingua ebraico-aramaica (Rif. Atti degli Apostoli Cap.21 verso 40 e Cap.26 verso 14); ebbe una formazione culturale aperta agli influssi della cultura ellenistica che nella sua città era fortemente radicata e rappresentata da illustri personaggi.

Aveva la cittadinanza di Tarso e quella romana e questo privilegio gli fu utile nei viaggi missionari. Di mestiere era tessitore di tende. Fisicamente doveva essere piccolo, grasso, calvo, abbruttito inoltre da ciglia spesse e naso enorme ma dotato di un grande fascino e di una eccezionale resistenza fisica e psicologica che gli permisero di superare le innumerevoli avversità incontrate nella sua vita: veglie, digiuni, freddo, migliaia di chilometri percorsi a piedi, fu lapidato, flagellato cinque volte dagli ebrei e vergato tre volte dai romani, imprigionato per lunghi periodi... Viaggiò incessantemente affrontando tutti i disagi immaginabili in quei tempi; riuscì anche ad uscire indenne da tre naufragi rimanendo un giorno ed una notte su di una tavola in balia delle onde del mare in burrasca.

Paolo era indubbiamente uomo di elevatissima intelligenza, dotato di capacità straordinarie arricchite da un grande talento creativo: nel primo viaggio, alcuni pagani volevano addirittura adorarlo avendolo creduto un dio (Hermes-Mercurio) per il modo in cui parlava.

Era un contemplativo dotato però di tutta quella capacità raziocinante propria della cultura greca, un mistico capace contemporaneamente di affrontare anche i problemi pratici della organizzazione delle comunità che nascevano a seguito della sua predicazione. Questi gruppi erano spesso eterogenei, costituiti da ebrei e greci con i quali bisognava saper dialogare e ai quali era necessario presentare il nuovo messaggio rispettando le diverse sensibilità e i diversi retroterra culturali e religiosi. Il libro dei Fatti degli Apostoli dà conto di questa sua capacità di comunicare con altrettanta efficacia con gli ebrei e con i greci, infatti nel capitolo 21 versi 37 a 40 e nel capitolo 22, parla prima in greco col tribuno romano e successivamente in ebraico agli abitanti di Antiochia; mentre nel capitolo 13 si rivolge nella sinagoga agli abitanti ebrei di Antiochia di Pisidia esponendo quello che appare essere il suo primo vero discorso missionario; inoltre nel capitolo 17 versi 16 a 34 lo vediamo parlare apertamente ad Atene nel mercato "con quelli che vi capitavano": gente comune e con i "filosofi epicurei e stoici". Il giorno dopo lo vediamo condotto nell'Areopàgo (anfiteatro) dove pronuncia un discorso di fronte ai cittadini ateniesi.

É molto probabile che Paolo giunse a Gerusalemme dopo la morte di Gesù e che non lo vide mai nel corso della sua vita terrena; ed è quasi altrettanto sicuro che ci sia giunto solo pochi anni dopo la morte di Gesù.

A Gerusalemme fu discepolo di Gamaliele (Rif. Atti degli Apostoli Cap.22 verso 3). Dati i suoi studi rabbinici o data la sua educazione o per entrambi i motivi egli divenne ciò che, con le sue stesse parole, può esser detto un rigido fariseo (Rif. Atti degli Apostoli Cap.23 verso 6). Prese parte alla lapidazione di Stefano (Rif. Atti degli Apostoli Cap.7 verso 58) e divenne un agente del Sinedrio di Gerusalemme nelle persecuzioni contro i cristiani (Rif. Atti degli Apostoli Cap.9 versi 1 e succ.).

Ecco qui di seguito la lettura biblica integrale dell'intera sua vita.


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