Gesù propose
alla moltitudine un'altra parabola, dicendo: «Il
regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende
e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma,
quand'è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto
che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami».
Secondo
l'interpretazione più comune, questa parabola c'insegna varie cose. Prima
di tutto essa ha una portata profetica relativa allo sviluppo della cristianità
nel mondo. Le cose grandi iniziano in modo molto piccolo e dimesso.
Ma essa ci presenta pure il concetto di «Chiesa», intesa non come
«pareti unite dal tetto» ma come «insieme di credenti». Infatti il Seminatore
(Gesù) ha piantato i suoi semi (i discepoli) su tutta la terra. Questi uomini,
all'apparenza così piccoli e insignificanti, hanno dato vita a un grandissimo
albero (la Chiesa) che accoglie tutti coloro che vogliano trovarvi riparo,
proprio come è accaduto per gli uccelli della parabola. Ma vi è un terzo
aspetto che possiamo cogliere dalla parabola, si tratta di un avvertimento
per ciascuno di noi a non elevarci, a non esser dominatori, a non metterci
al di sopra degli altri e divenire, per cosi dire, alberi. Come gli uccelli tra i
suoi rami, il nemico dell'anima nostra farebbe presto ad introdursi,
producendo risultati funesti nella vita di chi volesse innalzarsi al di sopra del
suo prossimo! Signore aiutaci...
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