«Mi chiamo Riccardo ed ho 36 anni»



         Nell'estate del 1992 ero un ragazzo privo di vita, emarginato dalla società e dalla mia stessa famiglia. Non immaginavo neppure come la vita potesse cambiare. Ricordo che già verso i 12 anni, quando frequentavo le scuole medie, mi ero creato un gruppo d'amici con i quali cercavo emozioni e avventure sbagliate, che non facevano bene né alla mia salute e nè alla mia crescita morale.

         Iniziai col fumare sigarette e spinelli, ma un giorno si presentò l'occasione di provare «l'eroina», così cominciai a «bucarmi». Entrai inesorabilmente nel tunnel della droga e la mia realtà diveniva ogni giorno più faticosa. Il bisogno di questa famigerata «polvere bianca» faceva da padrone nella mia vita mentre la via d'uscita sembrava sempre più lontana...

         Quando la mia famiglia si rese conto della mia situazione, visse un profondo shock: non avevano avuto il benché minimo sospetto, mi avevano sempre visto come un ragazzo tranquillo e sereno. Certo la situazione in casa non era semplice, i miei genitori non andavano d'accordo già da tempo e quella atmosfera mi portava a scappare e cercare altri «appoggi».

         Stavo sempre per strada, ero convinto che la mia esistenza sarebbe stata quella...per sempre. La cocaina mi piaceva ma mi spegneva, in tutti i sensi, non mangiavo più ed all'età di ventiquattro anni arrivai a pesare quarantacinque chilogrammi. In famiglia tutti s'affannavano inutilmente a darmi dei consigli, fui varie volte ricoverato... ma era tutto inutile ed inutile fu pure la loro supplica di entrare in una «comunità» per disintossicarmi. Ho bruciato così dodici anni della mia vita.

         Un giorno, nell'agosto del '92, ero a mare, avevo appena fatto una dose e meditavo quanto fosse penosa la mia esistenza... forse era meglio farla finita... il diavolo stava portando a compimento il suo diabolico programma o almeno così lui pensava. Proprio su quella spiaggia, «l'ultima spiaggia», si avvicinò un mio vecchio amico. Lo avevo conosciuto come uno che viveva la mia stessa storia, anche lui si bucava. Ma inspiegabilmente quel giorno lo vedevo bene, sia dal punto di vista fisico che mentale. Mi raccontò che stava svolgendo un programma di recupero nella Comunità Evangelica «Nuova Nascita» e quel giorno era uscito con un permesso. Era cambiato, era una persona trasformata ed io ero felice di vederlo così cambiato a tal punto che decisi di entrare anch'io in quella comunità.

         All'inizio non volevano accettare la mia richiesta perché avevano timore che io potessi influenzare negativamente il mio amico, ma Dio permise che io vi entrassi. Certo, i primi mesi furono davvero difficili, volevo andar via ma allo stesso tempo vedevo che gli altri ragazzi erano allegri e sereni... pregavano e andavano avanti giorno dopo giorno. Mi diedero coraggio e la forza di credere che anche io avrei potuto farcela. Mi regalarono una bibbia e cominciai a leggere la vita di Gesù che mi attraeva straordinariamente.

         Una sera, non potrò mai dimenticarlo, era l'undici ottobre dello stesso anno, andammo tutti in chiesa ed il messaggio della Parola di Dio mi colpì intimamente: lo Spirito Santo parlò al mio cuore. Quando la sera tornammo in comunità, il responsabile ci invitò a pregare tutti insieme. Lo Spirito Santo investì la mia vita e iniziai a «parlare in altre lingue». Era l'evidenza iniziale del battesimo dello Spirito Santo.

         Sono rimasto in comunità per quattro anni: due anni di programma e due di volontariato. Ora sono libero! Il Signore mi ha reso libero dai vecchi legami della droga! Gesù mi ha salvato! Perciò voglio lodarLo sempre e sempre di più. Alleluia, Egli è un Dio vivente!

Riccardo


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