Nell'estate del 1992
ero un ragazzo privo di vita, emarginato dalla società e dalla mia stessa
famiglia. Non immaginavo neppure come la vita potesse cambiare. Ricordo
che già verso i 12 anni, quando frequentavo le scuole medie, mi ero creato
un gruppo d'amici con i quali cercavo emozioni e avventure sbagliate, che
non facevano bene né alla mia salute e nè alla mia crescita morale.
Iniziai col fumare
sigarette e spinelli, ma un giorno si presentò l'occasione di provare «l'eroina»,
così cominciai a «bucarmi». Entrai inesorabilmente nel tunnel della droga
e la mia realtà diveniva ogni giorno più faticosa. Il bisogno di questa
famigerata «polvere bianca» faceva da padrone nella mia vita mentre
la via d'uscita sembrava sempre più lontana...
Quando la mia famiglia
si rese conto della mia situazione, visse un profondo shock: non avevano
avuto il benché minimo sospetto, mi avevano sempre visto come un ragazzo
tranquillo e sereno. Certo la situazione in casa non era semplice, i miei
genitori non andavano d'accordo già da tempo e quella atmosfera mi portava
a scappare e cercare altri «appoggi».
Stavo sempre per strada,
ero convinto che la mia esistenza sarebbe stata quella...per sempre. La cocaina
mi piaceva ma mi spegneva, in tutti i sensi, non mangiavo più ed all'età di ventiquattro
anni arrivai a pesare quarantacinque chilogrammi. In famiglia tutti s'affannavano
inutilmente a darmi dei consigli, fui varie volte ricoverato... ma era tutto inutile
ed inutile fu pure la loro supplica di entrare in una «comunità» per disintossicarmi.
Ho bruciato così dodici anni della mia vita.
Un giorno, nell'agosto del
'92, ero a mare, avevo appena fatto una dose e meditavo quanto fosse penosa
la mia esistenza... forse era meglio farla finita... il diavolo stava portando a
compimento il suo diabolico programma o almeno così lui pensava. Proprio su quella
spiaggia, «l'ultima spiaggia», si avvicinò un mio vecchio amico. Lo avevo conosciuto
come uno che viveva la mia stessa storia, anche lui si bucava. Ma inspiegabilmente
quel giorno lo vedevo bene, sia dal punto di vista fisico che mentale. Mi raccontò
che stava svolgendo un programma di recupero nella Comunità Evangelica «Nuova
Nascita» e quel giorno era uscito con un permesso. Era cambiato, era una persona
trasformata ed io ero felice di vederlo così cambiato a tal punto che decisi di
entrare anch'io in quella comunità.
All'inizio non volevano
accettare la mia richiesta perché avevano timore che io potessi influenzare
negativamente il mio amico, ma Dio permise che io vi entrassi. Certo, i primi
mesi furono davvero difficili, volevo andar via ma allo stesso tempo vedevo
che gli altri ragazzi erano allegri e sereni... pregavano e andavano avanti
giorno dopo giorno. Mi diedero coraggio e la forza di credere che anche io
avrei potuto farcela. Mi regalarono una bibbia e cominciai a leggere la vita
di Gesù che mi attraeva straordinariamente.
Una sera, non potrò mai
dimenticarlo, era l'undici ottobre dello stesso anno, andammo tutti in chiesa
ed il messaggio della Parola di Dio mi colpì intimamente: lo Spirito Santo parlò
al mio cuore. Quando la sera tornammo in comunità, il responsabile ci invitò a
pregare tutti insieme. Lo Spirito Santo investì la mia vita e iniziai a «parlare
in altre lingue». Era l'evidenza iniziale del battesimo dello Spirito Santo.
Sono rimasto in comunità
per quattro anni: due anni di programma e due di volontariato. Ora sono libero!
Il Signore mi ha reso libero dai vecchi legami della droga! Gesù mi ha salvato!
Perciò voglio lodarLo sempre e sempre di più. Alleluia, Egli è un Dio vivente!
Riccardo
|