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«Chi è dunque costui, al quale persino il vento ed il mare ubbidiscono?» (Rif. Evangelo di Marco Cap.4 verso 41)
LE TEMPESTE DELLA VITA
Una terribile tempesta sorprese i discepoli mentre, con Gesù nella loro barca, stavano attraversando il lago di Galilea. D'improvviso si levò una "grande bufera di vento, che faceva entrare le onde persino nella barca". I discepoli, tra cui due esperti pescatori, non avendo mai vista una cosa del genere, temettero per la loro vita. Nella loro mente si formulavano tante domande: "Gesù non si cura di noi? Non siamo suoi seguaci, scelti da Lui? Non stiamo ubbidendo al Suo ordine di andare all'altra riva? Perchè allora si è scatenata questa terribile tempesta?" Nell'istante che invocarono l'intervento del Maestro, ecco che il vento si placò ed il mare si calmò. Tutto questo lasciò nello stupore i discepoli che iniziarono a dire tra di loro: "MA CHI E' COSTUI AL QUALE MARE E VENTO GLI UBBIDISCONO?"
Nessuno è esente dalle tempeste della vita. Come quei discepoli che, dal timore per la tempesta, passarono a una nuova riverenza per il loro Maestro Gesù, le tempeste che affrontiamo possono portarci a una maggiore conoscenza di Dio e della Sua potenza. Attraverso le prove possiamo imparare che nessuna tempesta può impedire a Gesù di adempiere la Sua volontà: "LA BARCA RAGGIUNSE L'ALTRA RIVA PROPRIO COME LUI AVEVA DETTO!"
Sebbene possiamo non comprendere del tutto perchè Dio permette che le prove entrino nella nostra vita, Lo ringraziamo perchè attraverso di esse possiamo conoscere meglio chi Egli è e, in ogni caso, arrivare all'altra sponda!
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L'angustia è una condizione che lascia l'individuo privo di fiducia, di forza d'animo, con il cuore afflitto, la mente confusa e lo spirito abbattuto. Un po' come un volatile che, volendo prendere il volo non può farlo, perchè ha le ali tarpate. A VOLTE CI SI SENTE PROPRIO COSI', VERO? Il nostro Padre celeste, attraverso l'apostolo San Paolo, oggi ci dice: «Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti» (Rif. Epistola ai Filippesi Cap.4 verso 6). Dio ci chiede questo, non perchè Egli non conosca noi stessi e quello che stiamo provando o attraversando, ma perchè vuole da parte nostra che ci affidiamo pienamente a Lui. Scendiamo quindi sulle nostre ginocchia in preghiera, apriamoci a Lui attraverso un sincero e rispettoso dialogo, e supplichiamolo con tutto il cuore nel nome di Gesù. Nello stesso tempo, impariamo a ringraziarLo anticipatamente per quello che farà, rimettendoci - in fede - comunque alla Sua sovrana volontà!
