"Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle
che Tu hai disposte, che cos'è l'uomo che Tu n'abbia memoria?
E il figliuol dell'uomo che Tu ne prenda cura?
(Rif. Salmo 8 versi 3 e 4)
Nel 1969 per la prima volta l'uomo posò il piede sulla luna. Il mondo intero assistette all'evento con il fiato sospeso, emozionandosi con gli astronauti che vivevano l'esperienza in prima persona. L'universo ha sempre appassionato la mente dell'uomo, ed Egli continua a costruire macchine che ne permettano l'osservazione e, in alcune zone, la perlustrazione. Tutto dell'universo ci parla della bellezza del Creatore, che ha lasciato come una firma in ogni opera da Lui compiuta.
Sono pochi, però, quelli che se non rendono conto. L'uomo moderno sembra vivere a testa bassa, concentrato sulle necessità materiali e sullo studio delle leggi fisiche. Nel testo biblico sopra citato il salmista, pur non possedendo i mezzi che oggi sono a nostra disposizione, osservando ad occhio nudo il cielo che lo sovrastava, ne restava meravigliato. Di giorno il sole era incantevole e di notte la luna e le stelle lo lasciavano senza fiato. Il creato fa esaltare e nel contempo fa sentire piccoli, ma non confonde nè deprime il credente.
Questa riflessione vuol essere un invito a meditare sulla tenera cura del Creatore, che ha stimato l'uomo la creatura più amabile della sua opera, perfino dopo che la corruzione del peccato ne abbia intaccato la natura. Quando ci sentiamo piccoli ed indegni, possiamo sempre guardare al sacrificio di Cristo e realizzare di essere preziosi agli occhi di Dio.
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