Il Figlio prodigo è ritornato!!!

         Era natale, quel giorno faceva molto freddo. La folla era in continuo movimento, ben vestita, ben  disposta a spendere quanto era riuscita a mettere da parte fino a quel giorno. Io ero mal vestito, indossavo un maglione consumato dal tempo, dall'acqua e dalle bruciature degli spinelli, un paio di jeans, gli stessi da qualche mese e una giacca a vento nera con le tasche bucate a causa delle siringhe che portavo sempre con me (le cosidette "spade"). Erano le ore undici e non avevo ancora combinato niente, le mani mi tremavano, la testa mi faceva male e le vene delle braccia erano gonfie.

         Mi aggiravo in piazza cercando fra i tanti volti quello che doveva essere la mia vittima...avevo urgente bisogno di farmi. Solitamente iniziavo verso le nove del mattino, ma quel giorno, ancora non avevo anfatemina per andare su di giri, neanche cocaina per potere ragionare freddamente, ero (come si suol dire nel gergo dei tossicodipendenti) "scimmiato" d'eroina. Molte volte avevo tentato di smettere, ma inspiegabilmente proprio quando credevo di avercela fatta mi ritrovavo con una bustina bianca in tasca. Oramai ero sicuro di non potere più uscire dal giro. Quando lasciai casa dei miei genitori, mi ero messo assieme a una banda di tossicomani, programmavamo rapine, aggressioni e tangenti. Io comunque continuavo ad agire da solo per la mia esagerata violenza; infatti nemmeno quelli della mia banda volevano stare con me, perché incutevo loro paura. Devo confessare che, purtroppo, una malvagia emozione mi dava i brividi quando stavo per fare del male a qualcuno. Avevo bisogno ogni giorno circa cinquecento euro per l'eroina e la cocaina. Usavo sempre la stessa tecnica per procurarmeli, sceglievo qualcuno che secondo me avesse il portafoglio carico di denaro, lo aspettavo in un punto solitario, lo picchiavo selvaggiamente fino a quando la vittima rimaneva a terra e poi la derubavo.

         Quel giorno qualcosa non andava, la mia testa era piena di ricordi, di immagini, davo la colpa della mia situazione all'L.S.D. Avevo un record triste tra i tossici di questa specialità; mi facevo due iniezioni di cocaina al giorno (la chiamavamo "trip"). La medicina afferma che due al mese fanno diventare irrimediabilmente pazzo, forse per questo spesso ero fuori di testa. Soggiogato da questo effetto difatti parlavo con gli alberi, parlavo con le statue, mi vedevo risucchiare nei pori della mano, vivevo in una realtà artificiale, che giorno dopo giorno mi portava alla morte. Ma ritorniamo a quel giorno... non facevo che pensare alla casa di mio padre, mi dicevo che forse non erano poi tanto male i miei vecchi, così mentre pensavo, vaneggiavo, parlavo ad alta voce e viaggiavo con la mia mente, le ore passavano.

         Alle ore sedici faceva tanto freddo, le mie labbra si erano spaccate, gli occhi erano semichiusi, enormi brividi di freddo percorrevano tutto il mio corpo, avendo un continuo senso di nausea e tanto freddo. I ricordi di casa mia si facevano sempre più frequenti: lì c'era sempre stato caldo ed io invece li fuori morivo dal freddo; mi vennero, inoltre, alle narici tutti i profumi della buona cucina napoletana di mia madre... e mentre pensavo, mi fermavo, poi di nuovo a ricordare, ma poi stavo male e cominciai a vomitare ed a piangere; non riuscivo a rientrare in possesso della mie gambe, sembrava che esse andassero da sole. Alle ore ventitre e mezza, non so come, ero di fronte a casa mia, puzzavo terribilmente, il vomito si era gelato sul mio maglione, non potevo muovere più le mie mani e i miei piedi, perché erano completamente irrigiditi dal gelo. Mi fermai per un attimo sulla soglia di casa....c'era silenzio e nessun buon aroma impregnava l'aria. Pensai che lì non abitasse più nessuno...ma provai a suonare, attesi qualche istante e proprio mentre avevo girato le spalle per andare via, sentii la porta aprirsi e mio fratello gridare: "Angelo è ritornato!" I miei fratelli e mia sorella mi corsero incontro, mi saltarono addosso e mi baciarono. Io non capivo molto di ciò che stava accadendo; arrivai davanti alla camera da pranzo, i miei genitori piangevano abbracciati e due fratelli della comunità cristiana mi salutarono caldamente.

         Quella sera stavano pregando per me, pregavano per il mio ritorno e non facevano festa per il Natale, pregavano, piangevano e lottavano spiritualmente per me. Guardai l'orologio, era esattamente mezzanotte del venticinque dicembre di quell'anno. Il Signore mi aveva condotto a casa proprio come "Il figliol prodigo". Ringraziammo il Signore e sentii la certezza che avrei definitivamente smesso di drogarmi. E così fu, e così è stato, e così è, e (con l'aiuto di Dio) così sarà per sempre. Alleluia!

         Il Signore fu fedele come sempre, mi diede la forza necessaria per uscire dalla droga, mi diede una nuova testa perché la prima era bruciata dal L.S.D. Adesso brucio d'amore per il mio Salvatore, Signore e liberatore. Egli m'ha condotto dalle tenebre alla luce, dal potere dei legami di Satana alla libertà di Dio. Caro amico, oggi anche tu puoi essere liberato da qualunque vizio che ti tiene soggiogato. Invoca Gesù in preghiera con forza e fede. Vedrai che Lui sarà sensibile anche al tuo grido! Alleluia!

Angelo


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