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Questo Evangelo è stato scritto da Giovanni, meglio conosciuto come il «discepolo che Gesù amava». Proveniente da una famiglia di pescatori benestanti del Mar di Galilea, Giovanni e suo fratello Giacomo avevano l'epiteto di «figliuoli del tuono» a causa del loro irruente e impetuoso carattere.

Possiamo dire che lo Spirito Santo si è servito di Matteo come «Maestro», di Marco come «Evangelista», di Luca come «Storico» e di Giovanni come «TESTIMONE OCULARE». In quanto testimone fedele, Giovanni si prefigge di «indicare Gesù agli uomini». In nessuna parte dell'Evangelo egli attira l'attenzione su di sè, ma vuole che l'attenzione sia unicamente concentrata su Gesù. E di questo Gesù il suo Evangelo, è pieno di testimonianze, dal principio alla fine. La gente rende testimonianza di Lui e i miracoli sono la testimonianza della Sua natura divina: il primo miracolo avvenne durante un matrimonio e l'ultimo durante un funerale, ciò dimostra che Cristo si seppe adattare alle situazioni più liete e più tristi della vita.

Il Vangelo di Giovanni inizia con un "Prologo" (Rif. Cap.1 v.1-8) nel quale lo scrittore riassume la grande verità manifestata dalla vita di Cristo: l'esistenza di una seconda persona divina (la seconda persona della trinità) rivelante Iddio e chiamata, per questa ragione, la PAROLA. Fonte universale di vita e di luce nella creazione, questa Parola "ETERNA" s'incarna in Gesù Cristo, rivela "Dio" ai credenti e trasmette loro la salvezza.

Quindi mentre i primi tre Evangeli ci narrano quel che Gesù ha fatto, il «discepolo che Gesù amava» tramite il suo Evangelo ci rivela soprattutto quello che «GESU' E'». Infatti lo scopo di questo Evangelo è presentarci «Gesù come Dio», dottrina che viene formulata ed evidenziata in ogni punto dell'Evangelo, dal principio alla fine. Ecco qui in seguito alcuni di questi punti:

  • L'Eternità di Cristo.
    (Rif. Cap.1 v.1-2; Cap.8 v.58 Cap.12 v.34; Cap.17 v.5)
  • L'Onnipotenza manifestata nella creazione.
    (Rif. Cap.1 v.3,10)
  • L'Onnipotenza manifestata nei miracoli.
    (Rif. Cap.5 v.36; Cap.10 v.25,37,38)
  • L'Onniscienza.
    (Rif. Cap.1 v.46-50; Cap.4 v.17-19)
  • la Santità assoluta.
    (Rif. Cap.8 v.13,46)
  • L'uguaglianza con Dio.
    (Rif. Cap.5 v.18; Cap.10 v.30-31)
  • La perfetta sapienza.
    (Rif. Cap.7 v.45-46)
  • L'Onnipresenza.
    (Rif. Cap.3 v.13; Cap.17 v.11-26)
  • Le affermazioni della scrittura.
    (Rif. Cap.5 v.39)
  • Le testimonianze rese in suo favore.
    (Rif. Cap.1 v.29-34: Cap.1 v.45-49; Cap.5 v.31,33,37)
  • La Sua resurrezione.
    (Rif. Cap.20 v.8; Cap. 20 v.27-28)
  • La glorificazione.
    (Rif. Cap.13 v.32; Cap.16 v.10
  • Di fronte ad un tale Salvatore esclamiamo: «Signor mio, Dio mio!» (Rif. Cap.20 v.28). Infatti «queste cose sono scritte affinchè crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuol di Dio, e affinchè, credendo, abbiate vita nel Suo nome».

    Le parole chiavi di questo Evangelo sono: «vita», «luce», «amore», «credere» e «testimonianza». Esse rivestono notevole importanza non solo nel prologo e nell'epilogo, ma anche in tutto l'Evangelo.

    Giovanni conclude il suo magnifico Evangelo sostenendo che se si volessero scrivere dei libri contenenti tutti gli avvenimenti della vita e della morte di Cristo, il Figlio di Dio, il mondo intero non potrebbe contenerli. Comunque è stato scritto abbastanza per mettere ciascuno di noi di fronte alla sfida della fede!!!