La tradizione
unanime della Chiesa attribuisce il primo Vangelo a Matteo,
chiamato anche Levi. Prima di essere stato chiamato da Gesù come discepolo,
Matteo era stato un pubblicano (esattore delle tasse) per il governo romano
(Rif. Cap. 9) e membro di una classe duramente disprezzata dai Giudei patriottici.
Appena chiamato al « servizio » da Gesù, Matteo organizzò un grande banchetto
a cui invitò i suoi precedenti colleghi, Gesù e i discepoli. Era questo un bel modo
per iniziare una vita dedicata al Signore.
Essendo ebreo,
Matteo comprendeva bene l'attesa e la speranza del suo popolo
di un Messia che li liberasse dalla dominazione dei romani e che avrebbe fatto
di Gerusalemme la capitale di un impero ebraico. Ecco perchè il Vangelo di Matteo
è ideato per convincere la nazione ebraica che il Messia tanto atteso non era
altri che Gesù di Nazareth.
Il tema
principale di questo Evangelo è infatti: Gesù, il Re tanto atteso ed
il Suo Regno. Infatti, già nel primo capitolo, Matteo vuole dimostrare ciò e lo fa
riportando l'elenco della STIRPE REGALE che termina con Giuseppe, padre putativo di Gesù.
Ecco che essendo Gesù discendente di Davide e figlio di Salomone, Egli aveva
tutti i diritti al trono di Davide. Un motivo in più per dimostrare ai giudei che Gesù
era veramente il loro Re-Messia. Inoltre alla Sua nascita i Re Magi pagani gli resero
questo omaggio ed alla Sua morte il pagano Pilato, con l'iscrizione sulla croce «Gesù, il Re dei
Giudei» riconobbe la stessa cosa.
Ma mentre
i Giudei attendevano (ed ancora oggi attendono) un Messia che creasse per loro
un impero su questa terra e che si occupasse dei loro problemi materiali..... Gesù nei discorsi
privati, nelle pubbliche discussioni e nelle dichiarazioni profetiche, esponeva il concetto di
REGNO SPIRITUALE non di questo mondo, eppure fortemente pratico. Egli affermò chiaramente:
ll mio Regno non è di questo mondo...... Per questo motivo Gesù fu rigettato dal popolo giudaico
e l'evangelista Matteo ci fa notare che anche Gesù rigettò la nazione giudaica. Egli chiama
i Farisei (cioè il clero del popolo d'Israele) "guide cieche" e "vipere malvagie" dando ad essi, che
lo rigettavano, come destinazione finale "le tenebre di fuoco" (Rif. Cap. 8 verso 12).
Gli insegnamenti
di Gesù, descritti in questo Evangelo sono anche e soprattutto
per noi oggi. Infatti proprio a noi questo Evangelo c'invita a fare alcuni passi davvero importanti:
1) Ci esorta a cercare il Re (Rif. Cap.2 v.2)
2) Ci spinge ad accettare e ad ubbidire al piano divino (Rif. Cap.7 v.13,14,24-27; Cap.11 v.28)
3) Ci spinge alla perseveranza e alla fermezza (Rif. Cap.10 v.22)
4) Ci spinge all'azione (Rif. Cap.10 v.38)
5) Ci spinge alla comprensione (Rif. Cap.13 v.51)
6) Ci spinge al ravvedimento (Rif. Cap.23 v.3-39)
7) Ci spinge alla testimonianza (Rif. Cap.16 v.13-15 e Cap.28 v.19)
Questi passi
renderanno felici tutti coloro che, di fronte a questo Re risorto, vivente,
regnante e che ritornerà, s'inginocchiano e proclamano Gesù come Signore e Sovrano della propria vita.
Un'attenzione
particolare è dedicata alla Chiesa FONDATA esclusivamente su Cristo,
e, nella sua affermazione (Rif. Cap.16 v.13-19), Pietro conferma questa tesi dottrinale.
Solo Cristo, è la base e la sintesi della testimonianza apostolica in Palestina.
«Tu sei il Cristo» .....ed è proprio sul profondo contenuto di questa
affermazione che si basa la vera CHIESA DI DIO cioè esclusivamente su Cristo Gesù,
l'Unico Signore e Salvatore del mondo.
La tradizione
afferma che Matteo scrisse originariamente in aramaico, la lingua comune
in Palestina ai tempi di Gesù. Il testo originale aramaico fu pubblicato tra gli anni 40 e 50.
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